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PORTICO E SAN BENEDETTO

 

​Secondo la tradizione proprio a Portico di Romagna, in questo caratteristico paesino in cui si erge uno dei Palazzi della famiglia di Beatrice Portinari, sbocciò l'amore tra Dante e Beatrice.

 

[...] Entrano i raggi di questi occhi belli

ne’ miei innamorati,

e portan dolce ovunque io sento amaro;

e sanno lo cammin, sì come quelli

che già vi son passati,

e sanno il loco dove Amor lasciaro,

quando per li occhi miei dentro il menaro:

per che merzé, volgendosi, a me fanno,

e di colei cui son procaccian danno

celandosi da me, poi tanto l’amo

che sol per lei servir mi tegno [...]

 

(Rime, "Io  sento sì d'amor la gran possanza")

Portico di Romagna:

Portico di Romagna, con altre cinque cittadine della provincia di Forlì Cesena, ha conquistato la bandiera arancione, il marchio di qualità turistico ambientale per l'entroterra attribuito dal Touring Club Italiano.

Immersi in una natura intatta e rigogliosa, nella zona dell'alta Val Montone - Acquacheta, Portico di Romagna, Bocconi e San Benedetto in Alpe. Una terra di passaggio verso la Toscana, dove arte, storia e cultura si armonizzano con i panorami più suggestivi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Il nome deriva dal latino Porticum cioè luogo di mercato. La sua storia, in epoca medioevale è legata alle vicende delle famiglie dominanti: i conti Guidi, Visconti, e quelle della repubblica fiorentina in lotta per il dominio dell'Italia centro - settentrionale. Nel 1386 fu definito il passaggio a Firenze, diventando poi la capitale della Romagna - Toscana.

La parte principale e più popolata del comune è l'antico borgo perfettamente conservato nella sua struttura urbanistica medioevale. Tre piani distinti che rispecchiavano la gerarchia sociale e politica.Il più alto era sede del potere politico, militare e religioso con la Rocca, la PIeve e il Palazzo del Capitano di giustizia. in quello intermedio si trovavano i palazzi nobiliari e della borghesia. Tra questi, il Palazzo Portinari, della famiglia di Beatrice: proprio qui, si narra per tradizione, sbocciò l'amore tra Dante e Beatrice. 

Presso Palazzo Traversari nacque invece Ambrogio, importante figura della cultura umanistica del quattrocento fiorentino.

L'ultimo piano, quello inferiore, si articolava lungo il fiume dove erano situate le case di popolani e artigiani ricavate nella cinta muraria.

I tre piani erano uniti da passaggi pedonali che si conservano ancora oggi in buono stato. 

ai quattro punti cardinali del paese corrispondevano quattro torri  da vedette al Castello. esse finirono col divenire poi ripostigli per attrezzi da lavoro o rondinaie.

Una splendida vista del borgo è possibile dal Ponte della Maestà a schiena d'Asino su un'unica arcata sul fiume Montone.

Bocconi è un luogo particolarmente affascinante, reso unico dalla presenza del ponte della Brusia (XVIII secolo), manufatto a schiena d'asino a tre arcate. Da qui partono splendidi percorsi verso gli anichi castagneti di Valpiana, ruderi dei vecchiinsediamenti di Bastia e fonti di crinale dalle acque cristalline come la fonte del Bepi.

Da vedere a Portico di Romagna:

 

  • Chiesa della Compagnia

  • Il borgo

  • La Torre medievale

  • Pieve di santa Maria in Girone (visitabile su prenotazione, tel. 0543 967231)

  • Palazzo Mazzoni

  • Palazzo Portinari

  • La Torre dell'orologio

  • Palazzo Traversari

  • Chiesa della Compagnia

  • Via Borgo al Ponte

  • Ponte della Brusia

  • Ponte della Maestà

  • Torrette da vigna

 

San Benedetto in Alpe:

Sorge alla confluenza di tre torrenti, fra i quali il celebre Acquacheta che dà vita al meraviglioso spettacolo della cascata. Meta nei secoli dei pellegrinaggi e ritiri spirituali, accoglie la millenaria Abbazia benedettina, fondata dai monaci di Cluny dove nel corso dell'XI sostò San Romualdo prima di fondare Camaldoli. 

Un cuore sacro e antichissimo in una cornice di boschi, acque, picchi solitari e prati verdissimi collocati fino a 580 metri sul livello del mare. Dei monaci benedettini restano degli eloquenti toponomi: Casa Eremo, Passo dell'Eremo, Casa Eremetto, Grotta del romito, Pian dei Romiti.

Alla confluenza fra Rio Destro, Troncalosso e Acquacheta dai quali origina il fiume Montone, sorge il paese di San Benedetto.

Più tardi assunse anche il toponimo di Mulino perchè visi trovavano i mulini del monastero. L'abitato è ancora oggi costituito da due nuclei: Molino e Poggio. L'abbazia viene ricordata già nel 1022 in un Privilegio dell'Imperatore Enrico II; verso la metà del XVI secolo inizia la decadenza dell'Abbazia e nel 1499 Papa Alessandro VI abolisce l'ordine benedettino al quale viene sostituito l'ordine di Vallombrosa che tiene l'Abbazia fino al 1529.

A partire dal 1440 San Benedetto si sottomise ai fiorentini e divenne comune libero nel 1500.

 

Da vedere a San Benedetto in Alpe:

Via Dante Alighieri: collega il paese con il Poggio su cui è ubicata l'abbazia con i suoi mulini. Ricorda la sosta di Dante nel monastero e probabilmente nell'eremo in attesa di rientrare a Firenze fra il 1302 e il 1303, come ricorda nel canto XVI dell'Inferno.

Abbazia di San Benedetto, in via Poggio. Visitabile telefonando a 0543 965366. da non perdere la cripta e Pian dei Romiti dove sorgeva l'eremo.

Centro Visite del Parco: visitabile telefonando a 0543 965286. Punto di informazione per la visita al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Falterona e Campigna.

Cascata di Acquacheta: 

Precipita in modo spettacolare da un alto salto di arenaria dividendosi in mille rivoli che scendono in una valle che è il gioiello dell'Appennino Tosco emiliano, inserita nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Dante cita la cascata nel 16°paragonandola alla caduta che compie il fiume Flagetonte quando precipita dal settimo cerchio (quello dei sodomiti) all'ottavo (quello dei fraudolenti). 

Il sentiero che conduce alla cascata parte dal piazzale adiacente il ponte sul torrente Acquacheta dove c'è una fontana sulla quale sono incisi i versi di Dante. Ci si incammina lungo la strada sterrata, si prosegue in un sentiero segnalato costeggiante il torrente Acquacheta e indicato come "sentiero natura" con 10 punti di sosta dotati di tabelle che facilitano la lettura della natura del territorio.

L'ottava tappa è la più importante perchè salendo dal mulino dei Romiti arriviamo a quota 678 dove siamo accolti dal rumore della cascata alta 70 metri e larga 30. Per arrivare fino a qui si impiega circa un 'ora e mezza superando un dislivello di 315 metri.

L'ultima tappa del sentiero natura arriva al piano dei Romiti, un'oasi erbosa in mezzo ai boschi e alle montagne con il ruscello che scorre nel mezzo e i ruderi dell'eremo fondato nel 986 dai monaci di San Benedetto in Alpe. Da qui ci si affaccia su un lastrone roccioso, "il letto di Dante" per ammirare la valle dell'Acquacheta o la cascata vista dall'alto.

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Come quel fiume c'ha proprio cammino

prima del Monte viso 'nver' levante,

da la sinistra costa d'Appennino,

che si chiama Acquacheta suso, avante

che si divalli giù nel basso letto,

e a Forlì di quel nome è vacante,

rimbomba là sovra San Benedetto

de l'Alpe per cadere ad una scesa

ove dovea per mille esser recetto;

così, giù d'una ripa discoscesa,

trovammo risonar quell'acqua tinta,

sì che 'n poc'aria avria l'orecchia offesa"

(If., canto XVI)

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