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MARRADI: I LUOGHI DI DINO CAMPANA 

 

Marradi, piccolo borgo toscano affacciato sulla pianura  della Romagna,  luogo odiato ed amato dal quale Campana fuggiva soffocato a cui però sempre tornava per riprendere a respirare.

Nella sua prosa,  raccolta nell'opera principale "I Canti Orfici", è evidentissimo  il legame profondo del poeta con la sua terra natale, con i monti, con il fiume, con i boschi e la natura tutta.  Spesso si trovano riferimenti a case e luoghi: la ferrovia Faentina e la Stazione,  la Colombaia, casa Vigoli, Campigno, il Ponte sul Lamone ecc., oggi segnalati da leggii che riportano i relativi passi dell'opera del poeta e foto d'epoca.

Il comune a partire dalla seconda metà degli anni ottanta ha  istituito un premio letterario dedicato a Dino Campana.

 

Campana a Aleramo - Campigno  Martedì 8 agosto 1917 (scritta da Campigno)

"Cara Rina

Mi trovo finalmente a Marradi fra le vergini foreste paese che tu pure hai veduto. Compiango il tempo che ho  trascorso in paesi meno vergini.... Dalle rupi di Campigno, nelle cui rupi petrose abita permanentemente il falco io spero di superarle e volare sopra di esse con tutta la fierezza e la forza dell’aquila… Dino Campana  Cosi detto poeta del presente e dell’avvenire."

                      

Dai Canti Orfici - Ristampa anastatica dell’edizione di Marradi 1914

Sogno di prigione:

“(…..)Ora il mio paese tra le montagne. Io al parapetto del cimitero davanti alla stazione che guardo il cammino nero delle macchine, su, giù. Non è ancor notte; silenzio occhiuto de fuoco: le macchine mangiano e rimangiano il nero silenzio nel cammino della notte.

Un treno: si sgonfia, arriva in silenzio, è fermo; la porpora del treno morde la notte: dal parapetto del cimitero le occhiaie rosse che si gonfiano nella notte; poi tutto, mi pare, si muta in rombo:

Da un finestrino in fuga io? Io chi alzo le braccia nella luce."

(Il treno mi passa sotto rombando come un demonio).

L’invetriata

La sera fumosa d’estate

Dall’alta invetriata mesce chiarori nell’ombra

E mi lascia nel cuore un suggello ardente.

Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si accende una

                                                          lampada) chi ha

A la Madonnina del Ponte chi è chi è che ha acceso

                                                          la lampada? - c’è

Nella stanza un odor di putredine: c’è

Nella stanza  una piaga  rossa languente.

Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera sì

                                                          veste di velluto:

E tremola la sera fatua: è fatua la sera e tremola ma c’è

Nel cuore della sera c’è,

Sempre una piaga rossa languente.

 

 

A PIEDI CON CAMPANA

Dino Campana manifestava il suo disagio mentale con forme di irrequietezza che lo portavano a girovagare nei dintorni di  Marradi. Una breve escursione è quella che conduce alla  ROCCA DI CASTIGLIONE

<<Il mattino arride sulle cime dei monti. In alto sulle cuspidi di un triangolo desolato si illumina il castello, più alto e più lontano>>. Così Campana ricorda uno degli elementi paesaggistici più appariscenti di Marradi, la Rocca di Castiglione, che sorge su un’isolata altura poco distante dal paese. La rocca può essere raggiunta con un breve percorso segnalato che supera un dislivello di 220 metri e che richiede circa 2 ore di cammino. L’itinerario, vista la sua brevità, è adatto a tutti, anche ai meno allenati o alle famiglie con bambini.

 

 

 

DA MARRADI IN PELLEGRINAGGIO A LA VERNA 

 

 Ci andai alla Verna  quando avevo venticinque anni.

Partii da Marradi.

Ci vogliono due o tre giorni per andare a “La Verna”.

                                                                                                          Dino Campana a Carlo Pariani

 

 

Verso la metà del 1910 Campana, dopo anni di vagabondaggi tra Bologna, Firenze, Parigi e l’Argentina, ritorna a Marradi. A settembre - ottobre di quell’anno risale il “pellegrinaggio” a piedi da Marradi alla Verna: è in quella occasione che stende il “diario di viaggio”. 

Campana, quindi, poeta e “viandante”. Pellegrino che annota nel diario la lunga traversata a piedi da Marradi alla Verna, creando una sorta di straordinaria “guida escursionistica”.  Salire sui monti tra Romagna e Toscana accompagnati dai suoi versi è come rivivere l'esperienza del poeta, rivedendo i paesaggi, i borghi, le montagne da lui descritte e la gente da lui incontrata.

Le tappe del viaggio, descritte con prosa poetica nei Canti Orfici sono le seguenti:

Marradi - le Scalelle – Campigno - Castagno d’Andrea - Falterona - Campigna – Stia - La Verna e  ritorno. I frammenti riportati sono solo quelli della descrizione delle località attraversate.

 

Segnaliamo alcuni versi dedicati a luoghi marradesi:

 

L’ANDATA

Marradi

Il vecchio castello che ride sereno sull’alto

La valle canora dove si snoda l’azzurro fiume

Che rotto e muggente a tratti canta epopea

E sereno riposa in larghi specchi d’azzurro:

Vita e sogno che in fondo alla mistica valle

Agitate l’anima dei secoli passati:

Ora per voi la speranza

Nell’aria ininterrottamente

Sopra l’ombra del bosco che la annega                                                           

Sale in lontano appello

Insaziabilmente

Batte al mio cuor che trema di vertigine                                                             

Inediti – Dino Campana

 

 

LE SCALELLE

(Alle Scalelle, poco prima di Campigno, il 25 luglio 1358 fu ucciso il duca svevo Corrado Lando e furono disfatte le sue orde che avevano saccheggiato tutta la Valle del Lamone. L’episodio è raffigurato anche in un quadro di Massimo d’Azelio. Alla battaglia delle Scalelle è dedicata la piazza principale di Marradi).

"Una rupe s’avanza a chiudere la valle. Sembra la testa crinita di un cavallo

titanico che s’impenna: crinita di rocce pare piegarsi in un confuso frusciare di giovani selve sul torrente una testa leggendaria.                                                                                     

Qua s’impennò il cavallo del conte Lando sotto la rovina struggente la selva delle sue aste.

Ma la montagna fu pia al dolore della madre: che lasciò una croce di brillanti, testimonio delle sue lagrime di Regina nella chiesa in faccia a la riva. Il cuore della Regina, le lacrime brillanti nella croce, il conte ferito, le rocce oscure che vivifica il vento sono ora le voci sempre verdi della leggenda…. 

Giungo dove la montagna piomba: sul gorgo il cielo è ancora in alto latteo azzurrino…

- “Sono davanti alla roccia del Conte Lando. E’ il crepuscolo, laggiù la pianura di Romagna ” -.

Il più lungo giorno” di Dino Campana. Valecchi editore, 1973

 

PER APPROFONDIMENTI

 

Mugello Tourist office: +39 055 84527185/6 - Fax +39 055 8456288

E-mail: info@mugellotoscana.itwww.mugellotoscana.it

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