FORLI'
La terra che fé già la lunga prova
e di Franceschi sanguinoso mucchio,
sotto le branche verdi si ritrova…
(if., canto XXVII)
![]() Piazza Saffi |
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![]() Palazzo delle Poste |
![]() Piazza Saffi |
![]() Abbazia di San Mercuriale |
![]() Abbazia San Mercuriale |
![]() Duomo, particolare della cupola |
![]() Chiesa di S. Antonio Vecchio |
![]() S. Domenico sala refettorio, Forlì |
![]() Rocca di Ravaldino |
Situata nella pianura Padana lungo la Via Emilia, la città fu fondata dai Romani nel II secolo a.C. con il nome di Forum Livii, come nodo di traffici all'incrocio della via consolare con la strada che portava in Toscana. Forlì, come altre città romagnole, subì poi le dominazioni barbare di Visigoti, Bizantini, Longobardi e Franchi. Intorno all'anno Mille divenne Repubblica a vocazione ghibellina. Caduta la casa di Svevia fu Guido da Montefeltro a diventare Capitano del Popolo a Forlì. La comparsa degli Ordelaffi che tennero la città per circa due secoli, fece sì che fosse abbellita di palazzi nobiliari e fortificata con l'ampliamento della Rocca. Nel 1480, Forlì venne affidata alla Signoria di Girolamo Riario e Caterina Sforza (a cui è oggi intitolata la Rocca di Ravaldino); sconfitta Caterina da Cesare Borgia nel 1500, lo Stato Pontificio dominò su Forlì per tre secoli.
L'epoca del fascismo, negli anni '20 e '30, ha lasciato una traccia importante nella città: è sufficiente sostare in piazzale della Vittoria, e volgere lo sguardo verso la Stazione. Quel che si vede, in perfetto stile razionalista, è un insieme notevole di costruzioni progettate e realizzate dal regime. Forlì è anche la città Pellegrino Artusi, personaggio legato alla vicinissima Forlimpopoli, scrittore-gastronomo di vaglia, che nel suo libro La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene (1891), ha immortalato le ricette dell'antica antica tradizione romagnola, che proponeva sapori intensi e corposi.
Forlì e Dante
Durante l'esilio Dante fu ospite di diverse corti e famiglie della Romagna; nel 1302 fu accolto dagli Ordelaffi, signori ghibellini di Forlì. Prima di tutto il poeta, in qualità di capitano dell'esercito degli esuli, organizzò insieme a Scarpetta Ordelaffi, un tentativo di rientrare a Firenze. L'impresa, però, fu sfortunata: il podestà di Firenze, un altro forlivese (nemico degli Ordelaffi), Fulcieri di Calboli, riuscì ad avere la meglio nella battaglia di Castel Puliciano. Dante tornò a Forlì nel 1308, 1310-1311 e, forse, nel 1316. Il sommo poeta inserisce nella sua opera numerose citazioni di Forlì e del suo territorio, come si legge ad esempio nel Canto XXVII dell’Inferno, dove si ricorda la resistenza dei forlivesi all’assedio delle milizie francesi inviate nel 1282 da Papa Martino IV per sottomettere la città ghibellina.
Monumenti
Nel centro storico di Forlì, sono facilmente riconoscibili i due assi viari principali di origine romana, suddivisi nei quattro principali corsi (Mazzini, Garibaldi, Diaz e della Repubblica) che convergono in Piazza Saffi. Su di essa si affacciano alcuni fra i monumenti più rappresentativi delle varie epoche cittadine: la basilica romanica di San Mercuriale con l'imponente campanile originale del XII secolo, il Palazzo Comunale, risalente al XIV secolo e rimaneggiato più volte con la Torre dell'Orologio, i quattrocenteschi Palazzo del Podestà e Palazzo Albertini, sede di interessanti esposizioni, e il novecentesco Palazzo delle Poste, esempio di architettura del Ventennio. Da vedere, inoltre, il Duomo, la Chiesa del Carmine, la chiesa di S. Antonio Vecchio, l'Oratorio di San Sebastiano, la Pinacoteca Comunale che conserva l'Ebe del Canova, i nuovi Musei San Domenico e la Rocca Sforzesca di Ravaldino.

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