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Itinerario 

Durata: due notti, tre giorni.

Mezzo: automobile

Itinerario: Poppi, Camaldoli, Porciano, Romena, Santuario della Verna

 

GIORNO 1 - POPPI E CAMALDOLI

Arriviamo a Poppi e ci dedichiamo alla visita del vecchio borgo. Saremo subito attirati dall’imponente castello dei conti Guidi, “prototipo” di Palazzo Vecchio in Firenze. Grazie a costanti restauri nel corso dei secoli, il castello si trova in eccellenti condizioni di conservazione. Dante fu ospite nel castello dei conti Guidi per quasi un anno, nel 1310. Qui ha composto il XXXIII canto dell'Inferno. Al suo interno è d’obbligo visitare la biblioteca Rilliana, ricca di incunaboli e manoscritti e il Museo della Battaglia di Campaldino, con un plastico che ricostruisce gli schieramenti dei Guelfi da una parte e dei Ghibellini dall'altra. Dante nella Commedia riporta la vicenda di Bonconte da Montefeltro, morto in battaglia (Pg., canto V). All’uscita dal castello ci addentriamo nelle strade del centro arricchite da antichi portici. Da non perdere l’Abbazia di San Fedele (XI sec.) con un importante crocifisso giottesco. Non può mancare un acquisto di prodotti del territorio nella fitta rete commerciale.

 

Percorriamo 15 km in auto e arriviamo al monastero benedettino di Camaldoli, fondato da San Romualdo nel 1027. ll celebre complesso è posto alle falde della catena appenninica che divide la Romagna dalla Toscana, nel cuore del Parco Nazionale delle foreste Casentinesi. Da qui è possibile inoltrarsi per il trekking, lungo i tanti sentieri che si addentrano nella foresta di abeti e faggi. Informazioni sui sentieri si trovano anche presso il monastero.

Nel monastero si trova la foresteria, la grande sala capitolare, l'antica farmacia o laboratorio galenico, in cui i monaci lavoravano spezie e piante medicinali per curare i malati dell'antico "ospitale". L'attuale farmacia, con pregiati mobili in noce, risale al 1543. Vi si possono acquistare i prodotti di erboristeria realizzati dai monaci dell'eremo. Nella chiesa in stile barocco si trovano opere del Vasari.

Non lontano si trova l'Eremo, fondato da Ambrogio Traversari poco dopo la fondazione del monastero per ospitare i monaci desiderosi di abbandonare la vita comunitaria per la clausura in mezzo alla foresta. L’Eremo è citato nel Purgatorio della Divina Commedia come luogo vicino alla sorgente dell’Archiano. All'interno dell'eremo si può ammirare la cella di San Romualdo, il santo fondatore della comunità monastica di Camaldoli, citato anche da Dante (Qui e' Maccario, qui e' Romualdo,/qui son li frati miei che dentro ai chiostri/fermar li piedi e tenner lo cor saldo, Pd., canto XXII).

Consigliamo di tornare a Poppi e di fermarsi in uno dei tanti agriturismi presenti in zona per il giusto riposo notturno. 

 

GIORNO 2 - PORCIANO E ROMENA

Il secondo giorno lo dedichiamo al Casentino e ai suoi castelli. Saliamo verso Porciano, antica dimora dei conti Guidi di Porciano che, secondo la tradizione, ospitarono Dante. Pare che nel castello Dante abbia scritto la celebre lettera ai fiorentini (epistola VI) in cui li accusa di essere traditori della vera libertà e della giustizia, e consiglia loro di non opporre resistenza ad Enrico VII, l'unico, a suo parere, in grado di riequilibrare il potere temporale della Chiesa.

Un capitano dell’esercito americano, George Specht, negli anni sessanta restaurò il castello oggi gestito dalla figlia Martha. All'interno troviamo: un grazioso museo etnografico e un salone intitolato al Poeta in cui si svolgono letture dantesche.

 

Ci spostiamo a Romena, per visitare i ruderi del Castello dei conti Guidi di Romena, citato da Dante nel racconto delle vicende di Maestro Adamo, il falsificatore di fiorini (If., canto XXX).

A due chilometri incontriamo i silenzi della Abbazia di Romena, edificio romanico del XII sec con l’ampia abside ornata da colonne. Ci soffermiamo sui magnifici capitelli scolpiti con decorazioni geometriche e vegetali. L’abbazia è circondata da prati incontaminati e cipressi tipici del paesaggio toscano. Consigliata per momenti dedicati alla meditazione. Torniamo a Poppi per la notte.

 

GIORNO 3 - SANTUARIO DELLA VERNA

Nel terzo giorno ci spostiamo in auto al Santuario Francescano della Verna (29 km). La Verna, “il crudo sasso” tra Tevere ed Arno, è citata nel Paradiso, canto XI (v. 106 – 108), un omaggio a San Francesco che qui ricevette le stimmate, “l’ultimo sigillo”, che portò per due anni prima di morire. Ma cosa c’era a La Verna nel 1300? Il Santo d’Assisi vi era passato 75/80 anni prima e con i suoi seguaci vi aveva edificato una piccola chiesetta, l’attuale Santa Maria degli Angeli, ma non certo nella forma e nella struttura odierna. C'era di certo qualche cella rifugio dei frati, vi era la Cappella delle Stimmate fatta edificare dai Conti Guidi attorno al 1280 in devozione a San Francesco. La Verna nella forma che oggi conosciamo, con il grande convento e la basilica maggiore, viene edificata nel XV e XVI secolo. Nel corridoio delle Stimmate, una serie di affreschi narrano la vita del Santo d’Assisi. Immersi nelle particolari atmosfere di questo “dente” roccioso affacciato sul crinale appenninico, è possibile abbandonarsi alla meditazione e ripercorrere le straordinarie vicende di San Francesco.

9. DANTE E IL CASENTINO

 

 

E io a lui: «Qual forza o qual ventura

ti traviò sì fuor di Campaldino,

che non si seppe mai tua sepultura?».

«Oh!», rispuos’elli, «a piè del Casentino

traversa un’acqua c’ha nome l’Archiano,

che sovra l’Ermo nasce in Apennino

Là ‘ve ‘l vocabol suo diventa vano,

arriva’ io forato ne la gola,

fuggendo a piede e sanguinando il piano.

Quivi perdei la vista e la parola;

nel nome di Maria fini’, e quivi

caddi, e rimase la mia carne sola.

(Pg., Canto V)

 

 Ivi e' Romena la' dov' io falsai

la lega suggellata del Batista;

per ch' io il corpo su arso lasciai

Ma s' io vedessi qui l' anima trista

di Guido o d' Alessandro o di lor frate,

per Fonte Branda non darei la vista

(If., canto XXX)

 

Nel crudo sasso intra Tevere ed Arno

da Cristo prese l'ultimo sigillo

che le sue membra due anni portarno

(Pd., canto XI)

 

Entriamo nel cuore del Casentino e andiamo a ripercorrere i luoghi in cui Dante ha vissuto durante il suo esilio, ospite nelle residenze dei Conti Guidi. 

Poppi, Camaldoli, Porciano, Romena e La Verna: luoghi ricchi di storia, arte, natura e spiritualità che il poeta rievoca nelle sue opere, in particolare nella "Divina Commedia". Lasciamoci sedurre da queste terre sospese tra presente e passato e, naturalmente, dalle parole di Dante.

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