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CAMALDOLI

 

 

 Qui è Maccario, qui è Romoaldo,

qui son li frati miei che dentro ai chiostri

fermar li piedi e tennero il cor saldo.

(Pd., canto XXII)

 

«Oh!», rispuos’elli, «a piè del Casentino

traversa un’acqua c’ha nome l’Archiano,

che sovra l’Ermo nasce in Apennino.

(Pg., canto V)

Il celebre complesso monastico di Camaldoli (sec. XI) è costituito da un Eremo e da un Monastero ed è posto alle falde della catena appenninica che divide la Romagna dalla Toscana, nel cuore del Parco Nazionale delle foreste Casentinesi. Nel monastero si trova la foresteria, la grande sala capitolare, l'antica farmacia o laboratorio galenico, in cui i monaci lavoravano spezie e piante medicinali per curare i malati dell'antico "ospitale". L'attuale farmacia, con i pregiati mobili in noce, risale al 1543. Vi si possono acquistare i prodotti di erboristeria realizzati dai monaci dell'eremo. Nella chiesa in stile barocco si trovano opere del Vasari.

Non lontano si trova l'Eremo, fondato da Ambrogio Traversari poco dopo la fondazione del monastero per ospitare i monaci desiderosi di abbandonare la vita comunitaria per la clausura in mezzo alla foresta. L’Eremo è citato nel Purgatorio della Divina Commedia come luogo vicino alla sorgente dell’Archiano: per Dante il fiume rappresenta il confine del Casentino. All'interno dell'eremo si può ammirare la cella di San Romualdo, il santo fondatore della comunità monastica di Camaldoli, citato anche da Dante nel Paradiso.

 

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